Il peso dell'influenza
Perché il video di Yotobi su Gioventù Ribelle era quello che ci sarebbe voluto 11 anni fa?
La deep lore del mondo dei giornalisti videoludici italiani è vasta e profonda e difficilmente si parla al pubblico in modo chiaro riguardo ai loschi figuranti che tirano le fila da dietro le quinte: fa quasi comodo per la “stampa” far credere che l’unico problema del settore sia qualche recensione comprata dalle software house, serve a dare un pretesto per scatenare discussioni sul votino, generare commenti e dunque visibilità e guadagno per la testata.
In realtà le cose sono molto più complicate di così e la storia che Yotobi ha finalmente portato alla ribalta molti anni dopo l’accaduto, vi fa capire come chi avrebbe il dovere morale di denunciare certi comportamenti, in realtà li assecondi tacendo.
Non mi stupisco che il video sia arrivato da Yotobi e non da qualcuno che naviga nel settore videoludico da diversi anni: le persone citate nell’inchiesta dello youtuber hanno paventato più volte denunzie querele su per giù a chiunque gli si sia mai opposto e abbia provato a far venire a galla la cosa.
Alcune persone, durante i primi anni della questione hanno provato a portare alla ribalta i problemi e a boicottare il forum di Gamevillage e co., ma se ne è parlato principalmente sui forum: i Social Network ancora non avevano la portata mediatica di oggi, gli Youtuber non erano così importanti e con una stampa simpatizzante per una delle figure coinvolte nello scandalo Gioventù Ribelle, era difficile che un inchiesta seria venisse fatta.
Intendiamoci, il buon Karim si è limitato a riportate fatti presenti sul web di cui ero a conoscenza da molto tempo, visto che gli avvenimenti di cui parla il video sono proprio quelli che hanno distrutto il mio sogno d’infanzia, ovvero quello di diventare un redattore di una rivista cartacea di videogiochi.
Ricordo tutto come se fosse accaduto ieri: da gioventù ribelle a GamePro fino ad arrivare a persone che in privato mi hanno detto che Idra editing non aveva pagato il loro lavoro di traduzione di Edge.
Un gran casino che un po’ mi ha fatto male, ma ha reso evidente il Circo che c’è dietro alle grandi pubblicazioni videoludiche italiane.
Non vorrei fare di tutta l’erba un fascio, ma sinceramente penso che l’editoria italiana sia in questo stato per diretta conseguenza delle porcate che sono avvenute in quegli anni: è semplicemente una mia sensazione, magari del tutto sbagliata, eppure non riesco a staccarmi dall’idea che se la stampa cartacea è morta è anche un po’ colpa di tutto sto merdone.
Comunque, il video di Yotobi parla di Gioventù Ribelle, un gioco che sarebbe dovuto diventare il primo titolo di Alto profilo italiano, finanziato anche dalla regione Lazio e che vedeva anche lo IED coinvolto come parte integrante dello sviluppo del gioco.
Manco a dirlo, è uscita soltanto una demo del primo livello, con tanto di asset riciclati da Unreal Tournament 3, ma non è di questo che voglio parlarvi, quanto più del lato social della cosa: perché c’è voluto Yotobi per far venire a galla questo evento?
Yotobi ha un seguito mostruoso; nel corso degli anni si è costruito un’immagine e un pubblico non necessariamente affine all’ambito videoludico. Questo gli ha permesso di parlare del cinema, ma in generale delle sue passioni come la Stand Up, o i giocattoli (e pure un po’ di retrogaming, ma ‘tacci tua Karim potevi contattare me o qualcun altro che ti avrebbero suggerito metodi di cattura migliori dei primi adattatori fetenzia di amazon) con un piglio ironico che ha saputo catturare un po’ tuttə, me incluso.
Yotobi, non è stato il primo a parlarne, diverse persone all’interno del mondo dei videogiochi sono a conoscenza della cosa, ma nessuno è forte come Karim.
Se un Pacione, un Pietro Iacullo e un Alteri di Game Romancer, ma anche uno Zzave che all’epoca ci mise per la prima volta la faccia, poteva essere intimorito da presunte azioni legali, lo stesso non può dirsi di una persona con le spalle coperte sia dal lato editoriale che dal lato legale.
Oltre a questo, non c’è da girarci intorno: non sono solo i soldi, è anche perché il nostro piccolo pubblico già conosceva questi strani magheggi, mentre esponendo la vicenda a un pubblico più ampio, ha fatto scalpore.
Questo mi ha portato a riflettere parecchio sul perché qualcuno con un potere mediatico enorme si è messo contro al dark side del videoludo italiano, dando coraggio anche a molte persone che hanno collaborato con le associazioni nominate nel video e portando a esporre anche le proprie esperienze: Yotobi si è fatto portavoce di una minoranza che si è sentita tutelata nel condividere informazioni scomode.
I commenti sono pieni di gente che si lamenta di quelle persone e sono pronti a condividere le loro esperienze col creator per avere una rappresentanza.
Il video è riuscito a diventare virale, ma oggi c’è ben poco che si possa fare per migliorare la situazione: se questo video fosse uscito 10/11 anni fa, probabilmente avrebbe avuto il potere di cambiare un po’ le cose, o quantomeno, sarebbe bello credere che un video del genere, fatto da una persona di spicco, avrebbe potuto cambiare le cose.
Sarebbe bello se le persone sul web con un potere mediatico spropositato lo utilizzassero per contrastare Rowling e i suoi deliri da TERF.
Internet ruota sempre intorno a grandi poli al centro dei commenti e dell’indignazione. Nel nostro mondo ci sarà sempre bisogno di chi esercita il potere al posto di molti, di leader capaci di guidare un manipolo di persone verso un mondo migliore.
A volte, mi domando perché l’essere umano abbia bisogno sempre di figure di spicco e non si metta in gioco in prima persona.
Forse abbiamo creato una società così complicata che temiamo anche un certo tipo di esposizione: pigramente, pensiamo che sia meglio mandare avanti altri che farsi coraggio, insicuri del nostro possibile successo.
Non mi piace la polarizzazione, ma è evidente come l’uomo moderno abbia bisogno di rappresentanti per sentirsi sicuro e protetto.
Dovremo imbracciare tutti la nostra penna digitale e iniziare a denunciare questo tipo di avvenimenti nel mondo dei videogiochi: chi ci lavora, non è un lavoratore di serie B e dovrebbe essere rispettato tanto quanto lo è un esperto in qualsiasi altro ambito.
Ma soprattutto, per sperare che un settore videoludico sano nasca in italia bisognerebbe denunciare sin da subito comportamenti del genere per evitare che i nostri tentativi di nascere nel mondo dei videogiochi non siano visti come una barzelletta.
Ringrazio come al solito Pietro Riparbelli che si prende del tempo per rileggere le mie parole e correggere tutti i miei assurdi errori grammaticali
“Sarebbe bello se le persone sul web con un potere mediatico spropositato lo utilizzassero per contrastare Rowling e i suoi deliri da TERF” MA MAGARI, invece siccome parlarne male fa perdere like si ricorre ai surrogati della lotta andandosela a prendere con signori nessuno per cose piccole.
In generale infatti a me spiace ma penso che le cose non cambieranno mai perché non cambieremo mai noi che siamo la radice vera del problema. I Rickards della situa sono solo stati più lesti ad approfittarne di tanti di quelli che oggi li dipingono (a ragione eh) come il male