L'E3 nell'estate di un bambino degli anni 2000.
Un evento magico, che riusciva a caricarci di aspettativa per il futuro. Pacione poi sognava in grande: avrebbe voluto anche andarci.
Mi è sempre piaciuto stare in balcone. Non so nemmeno io perché, ma mi è sempre piaciuto l’idea di avere un terrazzino al di fuori dell’appartamento dove riposare con una sedia rigorosamente in plastica per contemplare ciò che avviene nelle strade, o semplicemente, per sfuggire alla puzza di broccoli cucinati da mia madre.
D’estate amavo quel magico posto tra casa e esterno ancor di più: a casa si sudava, ma stare in balcone mi consentiva di godermi la sferzante arietta fresca che tirava un tempo in quel di Rieti, magari con la porta del salone aperto mentre suonava la musica del Festivalbar.
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È proprio in questi momenti che prendevo PSM, NRU e Game Republic e iniziavo a sognare: era il mese dopo l’E3, in cui era presente il reportage della fiera, che mi consentiva di fantasticare sul mio futuro e quello dei videogiochi.
Era anche un modo preventivo di capire dove investire i soldi delle mie paghette, segnandomi le possibili date di uscita dei giochi che più mi interessavano.
Tra un reportage e foto dei giochi in uscita, gli autori di quei pezzi erano in grado di farmi sognare e rendermi sempre più entusiasta del futuro: non solo volevo mettere le mie mani nutellose su quei giochi, ma sognavo anche di andare a LA con loro, da grande per provare i videogiochi in uscita.
L’estate, da bambino, non la vivevo col tipico entusiasmo fatto di sudore e bestemmie del Pacione adulto, ma con un sorrisone stampato a 32 denti in viso, ben consapevole che avrei cercato refrigerio nel lago di Bolsena se mi fossi trovato in visita dai nonni ma anche passare del tempo coi miei amici, magari a giocare a Puzzle Kombat o a osservare M. giocare a San Andreas, mi faceva piacere.
Era un bel periodo, che difficilmente dedicavo a nuovi giochi single player: magari iniziavo una run di Pokémon Rubino, oppure rimettevo su un Final Fantasy IX, che peraltro non ho mai finito.
Era tutto all’insegna del retrogaming e del multiplayer: i giochi per me erano semplicemente giochi, e non li giudicavo arbitrariamente vecchi perché il comparto grafico era vetusto.
Per me erano semplicemente giochi nuovi, tipo Medievil: a 8 anni mi faceva paura quello che penso fosse il secondo boss.
A 10 anni mi ritrovai a finirlo col sorriso, capendo anche che il timore verso quella figura era dato da una condizione esterna dal videogioco: il mio primo approccio contro il maledetto cattivo è stato mentre c'era un temporale in corso, ero dai nonni e i miei erano fuori casa a sbrigare delle faccende con la nonna materna.
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Tra un vecchio titolo e l’altro quando dovevo espletare le mie funzioni, piuttosto che portare al cesso il Gameboy, leggevo le riviste e lì partivano le fantasie: sulla tazza la fantasia galoppava oltre ai titoli e andava a finire su quello che avrei voluto fare da grande.
Io volevo andare all’E3, volevo provare in anteprima i giochi e volevo ardentemente farlo insieme a chi del giocare e scrivere dei videogiochi ne aveva fatto un lavoro.
Non immaginavo che il mondo cambiasse così tanto: era difficile prevedere che 20 e passa anni dopo le cose sarebbero talmente tanto cambiate che l’E3 non sarebbe più esistito e che il mondo fieristico sarebbe rimasto praticamente nelle mani di una sola persona.
Anche perché il mondo è cambiato, internet ha rivoluzionato la velocità con cui le informazioni circolano e anche l’E3 aveva ben poca utilità nei tempi più moderni. Nintendo aveva già deciso di streammare direttamente i suoi annunci nei Direct e col passare degli anni, anche le altre major si accodarono a questo tipo di modalità di presentazioni: intorno al 2013, l’annunciare giochi all’E3 era quasi diventato un ostacolo, in quanto concentrare tutti gli annunci in una manciata di giorni, poteva risultare deleterio. Questo contribuì a dare già un primo colpo a una baracca che aveva iniziato a scricchiolare da un po’ di tempo, con la pandemia che ha praticamente dato il colpo finale all’organizzazione dell’E3, lasciando gli eventi in grado di catalizzare l’attenzione del pubblico a praticamente una sola persona: Geoff Keighley.
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Geoff Keighley gestisce il mondo delle promozioni e riesce a catalizzare l’attenzione della gente con meccanismi malati per cui Nintendo, Microsoft e Sony pagano una miseria per le loro conferenze, mentre gli altri devono sborsare fior fior di quattrini per presenziare: le grandi aziende servono per catalizzare l’attenzione, il resto, insieme agli sponsor, per guadagnare più denaro possibile.
Negli ultimi 4 anni non abbiamo mai perso occasione di parlare della Summer Game Fest, ma perché lo facciamo se poi ci lamentiamo sempre di quanto ci fa schifo il fatto che Geoff voglia capitalizzare?
Perché continuiamo a guardare uno show che ci lascia sempre più delusi, che ci fa vedere concept di giochi senza data di uscita che non rispecchieranno mai le aspettative di quei trailer?
Sinceramente, non ho la minima voglia di osservare gli annunci fatti, o di commentare i vari show case. Gli annunci non mi interessano e non ho alcuna voglia nemmeno di perdere tempo con tech demo che boh, dentro vorrebbero generare un’aspettativa per un prodotto che ancora non esiste, se non sulla carta.
20 anni fa ero una persona diversa, un ragazzino pronto a sognare grazie a 4 immagini pubblicate su una rivista, ma nel 2024 le promesse dei Dev non mi bastano più, dunque perché non analizzare gli annunci dell’E3 che più mi colpirono da piccolino?
5. Tekken 4 (E3 2001)
Namco mi aveva fatto innamorare con Tekken 3: a causa di questo gioco, recuperai sia il secondo che il primo Tekken e l'unica cosa che facevo alla sala giochi vicino ai giardinetti comunali dove andavo sulle altalene, era giocare al terzo capitolo del King of Iron Fist tournament: fino a che non uscì Tekken tag tournament, gioco che ho consumato ovunque.
Quando vidi Tekken 4 per la prima volta rimasi stupito dal design di Yoshimitsu, ma anche dalle arene che ho visto o su PSM o su PS2 Magazine Ufficiale: ricordo che ero dentro una pizzeria di ritorno dal lago, e che nell’attesa del mio cartone mi ero messo a sfogliare la rivista, per rimanere poi folgorato, nonostante la stanchezza.
4. Lost Odyssey (E3 2007)
Si, quel giorno Microsoft ha teasato Halo 3, ma sticazzi.
Quella sera, Microsoft ha annunciato Lost Odyssey, che segnava il ritorno di sua maestà Hironobu Sakaguchi su un Jrpg che aveva tutto il sapore di essere il suo Final Fantasy X, un progetto che Square non voleva in quel modo ma che, guarda un po', Sakaguchi portò a compimento con Uematsu, Inoue e Kiyoshi Shigematsu: un Dream team che non aveva assolutamente nulla da invidiare nei confronti di quello di Chrono Trigger.
Sakaguchi promise che la grafica del trailer era generata direttamente da Xbox 360 e che in game lo stacco tra cinematiche e gameplay sarebbe stato minimo: effettivamente era così, e non solo il titolo mantenne la promessa, ma si dimostrò un gioco incredibile, diventando uno dei miei Jrpg preferiti di tutti i tempi: sebbene sia passato molto tempo, youtube era già una realtà e vi posso tranquillamente confermare di aver consumato il trailer e setacciato il web alla ricerca di ogni singola informazione.
3.Nintendo DS (E3 2004)
"My name is Reggie. I'm about kicking ass, I'm about taking names, and we're about making games.”
L’E3 2004 di Nintendo è stato probabilmente uno dei più grandi della sua storia: Resident Evil 4 su GameCube, Metroid Prime: Echoes 2 e insomma un Reggie Fils Aime ormai col cazzo di fuori dopo aver conquistato il pubblico in 4 minuti, presenta una nuova console, il Nintendo DS.
Le foto sulle riviste che compravo all’epoca (sicuro non era PSM,forse Game Republic o Nintendo Rivista Ufficiale) mi facevano sbavare perché c’erano due schermi e uno sembrava touch.
Io ero gasatissimo: avevo visto quel genere di tecnologia solo sui PDA (telefoni più intelligenti della media ma più stupidi degli smartphone) e mi incuriosiva averlo su console.
Inutile dire che l’annuncio si è poi concretizzato in uno dei successi più grandi di Nintendo, capace di regalarci giochi che sono rimasti incastonati nella nostra memoria: così come è rimasta nella memoria la demo di Steel Diver, che Nintendo ha poi fatto ritornare al lancio del 3DS.
2. Metal Gear Solid 3: Snake Eater ( E3 2004)
La presentazione di MGS3 si beccò poster e copertina di PSM: uno Snake che addentava un serpente in quella giungla mi gasò parecchio.
Ero fresco di Metal Gear Solid 2, non ci avevo capito un cazzo, ma amavo il feeling da “Anime Night di MTV”.
Però ero impazzito per il fatto di doversi nascondere in ambienti aperti, anche se non ero completamente convinto della scelta di ambientarlo in passato.
Ovviamente, una volta uscito mi sono completamente ricreduto: Metal Gear Solid 3 è uno dei miei giochi preferiti di sempre e ogni volta che lo rigioco mi rendo conto che Kojima col terzo titolo della saga ha posto le fondamenta per i giochi di lì a venire.
Titolo pazzesco, giocatelo se siete appena atterrati sulla Terra da Marte.
1 PSP (E3 2003/2004)
Ok, devo citare ben due E3 perché il gasamento qua parte da quando hanno annunciato l’UMD per “il walkman del secondo millennio”.
Sony annunciò la sua nuova console per un E3 di Nintendo moscio, che si godeva i dollaroni nel deposito di Paperon de Paperoni che gli stava facendo fare il Game Boy Advance.
Quell'annuncio scosse un po' tutto: se Sony aveva miniaturizzato un CD, sicuramente la console avrebbe avuto la possibilità di leggere in maniera discretamente veloce un'alta quantità di dati, cosa che il GBA non poteva fare.
Serviva tirare fuori gli artigli e contrastare Sony il più presto possibile.
E infatti l’anno dopo, Nintendo, annunciò il DS, ma questo non intimidí assolutamente Kaz Hirai, che presentò per la prima volta PSP: schermo 16:9 gigantesco, uno Stick analogico, D-pad e 6 tasti: è diventato presto l’oggetto del mio desiderio.
Era ormai il 2004, stavo crescendo e avevo appena scoperto l’heavy metal: avere una console in tasca che non solo mi consentiva di giocare, ma anche di ascoltare musica in MP3 e di vedere filmati, per me era una rivoluzione.
Peraltro, supportava anche il wifi, questo si tradusse per me nel mio primo dispositivo portatile per navigare sul web.
Ho amato molto PSP, è stata una delle mie console preferite di sempre, una line up interessante e ricca di titoli giapponesi e piena di Jrpg che faticavano a uscire su altre console.
Ma poi, volete mettere l’ebrezza di giocare a Yu Gi Oh! coi compagni durante le lezioni e sconfiggerli mentre reprimevano la rabbia per non farsi sgamare
Ok, guardando bene questa classifica mi rendo conto che probabilmente l’E3 che più mi ha entusiasmato è stato quello del 2004: effettivamente, DS e PSP sono due delle mie console preferite, al di là di questo, 20 anni dopo il più bell’E3 della mia vita, mi trovo a ringraziare come ogni settimana Pietro Riparbelli che, come al solito corregge questa newsletter oltre a quella di Gameromancer e PSZ. Grazie mille per tutto quello che fai ogni settimana Piè!