Animali e Videogiochi
Cani e gatti sono i grandi compagni della vita di tutti i giorni: qual è il loro rapporto coi videogiochi?
Gli Animali nei Videogiochi
Era il 1999 e Vamos alla Playa dei Miranda era una delle hit che risuonava più spesso nell’auto dei miei mentre ci spostavamo da Orvieto a Taranto: mio io padre doveva fare un corso per una promozione e dunque ci siamo spostatə tuttə lí.
Sotto la palazzina della mia abitazione tarantina spesso vedevo girare un branco di cani randagi, proprio dove io facevo i giretti con la mia bici.
I cani non avevano paura di me, né tantomeno si sentivano minacciati dalla mia presenza.
Ho sempre desiderato un animale domestico, ma in casa non mi era mai stata concessa la possibilità di averne una, dunque non potevo lasciarmi sfuggire l'occasione di avvicinarmi e provarli ad accarezzare.
Le persone nel quartiere disprezzavano quei cani, li scacciavano e non penso si possa sapere come in città, fuori dalla nostra zona, fossero stati accolti: magari un branco più numeroso è stato ucciso mano a mano da persone senza scrupoli, o forse semplicemente portati in canili: vai a sapere.
Tutto quello che quei ronin delle coccole volevano in realtà era un po'di affetto e del cibo.
Nonostante mia madre non volesse cani in casa, riuscii a convincerla a comprare del cibo per cani da dare a questo branco di 8-9 cani randagi che girava intorno all'edificio: con loro avevano dei cuccioli e non erano aggressivi.
I cani furono molto contenti, e da allora iniziarono a vivere vicino alla nostra palazzina, con poca gioia da parte degli altri condomini: tuttavia, apprezzarono il gesto, in quanto i randagi non rovistavano più nella spazzatura in cerca di avanzi da mangiare.
Erano dei cani belli grandi: quando vidi per la prima volta Wolf's Rain un po' mi vennero in mente loro.
Ho sempre sognato un animale domestico da bambino, ma non ne ho mai avuto uno: col senno di poi, forse è un bene perché non so se sarei riuscito a prendermi le responsabilità di una creatura che non ha fatto nulla di male se non capitare nelle mani di un bambino che magari lo avrebbe trattato come un giocattolo.
Un po', i videogiochi mi hanno aiutato in questo: mi sono sempre affezionato alle mie bestioline digitali.
Ma al netto di tutto, qual è il ruolo degli animali nei videogiochi?
Gli animali sono esseri viventi per cui noi umani nutriamo affetto: non importa quali siano, ma ci piacciono sia per forma che per colori.
Non è un caso se molte mascotte del mondo dei videogiochi siano animali: Da Sonic fino ad arrivare a Crash, l'antropomorfizzazione degli animali ha sempre funzionato a meraviglia per vendere videogiochi.
I Pokémon sono stati un successo mondiale anche per le loro ispirazioni al mondo animale.
Non tanto per sembianze, ma più che altro per la caratterizzazione del loro comportamento: sin da Pokémon Rosso e Blu li vediamo aiutare gli umani per costruire case, fare da animali da compagnia e "attaccare" gli umani che li disturbano nei loro vagabondaggi da Pokémon selvatici.
Gli animali antropomorfizzati come Sonic, Gex e Crash funzionano molto bene: l’idea di utilizzare animali per rappresentare qualcosa di accattivante potrebbe risalire da molto lontano, da quando sostanzialmente si rappresentavano le divinità con volti animali (ma prendetelo con le pinze che potrei stare dicendo un mucchio di cazzate), ma in realtà le mascotte ispirate ad animali carini provengono dal mondo pubblicitario e dall’animazione: pensate a un topolino o una delle innumerevoli mascotte di quartiere giapponese, oppure anche ai pupazzoni che si vedono alle partite di basket in america.
Tra deformazioni e umanizzazioni di varia natura, alcune di queste mascotte utilizzano le loro peculiarità animali per abbattere ostacoli o superare muri: Gex si arrampica sui muri come i geco mentre per esempio un Sonic si chiude a riccio per fare dei velocissimi Dash per uccidere nemici o per darsi una spinta in più.
Animali fantastici e comprimari, come per esempio il blob di "A boy and his blob" e Yoshi sono casi di comprimari che il giocatore sfrutta attivamente per superare degli ostacoli.
Le regole di game design del gioco forzano questo tipo di intereazione andando a instaurare un rapporto verso l'animaletto e il giocatore stesso.
Più il medium andava avanti, più io provavo sentimenti verso queste creature.
Ho amato Agro di Shadow of the Colossus in maniera incredibile, l'unico fido compagno in un mondo in cui tutto era contro Wander, e non vi dico in tempi più recenti quanto abbia amato Trico, al punto da non voler finire The Last Guardian: so che quel bastardo di Ueda vuole farmi affezionare per poi ammazzarmelo davanti.
Mi dispiace Fumito, ma non avrai le mie lacrime.
In alcuni casi, gli animali sono anche gli avatar del giocatore: è il caso di Dog's life e Stray, per esempio.
Il gioco di Frontier Development aveva delle idee molto interessanti e faceva un lavoro ottimo a calarci nei panni di un cane: la smellovision, una modalità in prima persona in cui si annusano le pisciate degli altri cani e altri odori, così come il non doversi far prendere dall'accalappiacani ci facevano sentire un po' nei panni di un cane.
Sicuramente un gioco che avrebbe goduto di una migliore rifinitura, ma che aveva delle ottime idee: un po' il contrario di Stray.
Il gioco pubblicato recentemente da Annapurna è un Adventure game che non fa altro che metterci nei panni di un gatto, non provando minimamente a farci agire o pensare come farebbe un felino domestico
Tutte le azioni e i puzzle che svolgeremo sono a misura di umano, al punto che penso che se sostituissimo il gatto con, che ne so, un iguana, non cambierebbe nulla al gameplay del titolo: non fraintendermi, non penso che questo sia un male, ma "il gioco dove tu sei un gatto" in realtà è un gioco in cui il gatto deve pensare come un umano e non come un felino: non ci sono superpoteri da gatto e il gioco è costruito per sfruttare le capacità cognitive di un essere umano.
Che poi a livello di storia nel mondo di gioco ci sta pure, ma sicuramente non fa nulla per farti sentire un gatto.
Il problema di Stray è che a differenza di Dog's Life non fa nulla per provare a farti sentire un gatto, è un gioco lineare e con enigmi fatti per intrattenerd e farti progredire facendoti fare azioni che difficilmente un micino farebbe.
E questo è un po' un limite a livello di immersione, ma capisco anche che fare un gioco con enigmi fatti per essere superati da un animale domestico non stimolerebbe molto la mente dei padroni.
Ormai è più di un anno che ho smesso di fare il dog sitter: dopo la pandemia, i padroni che mi chiamavano erano sempre meno, e lentamente ero rimasto soltanto con un cane da portare a spasso.
Se non fosse stato per Twitch, sarei stato quasi al verde: il cane poi era vecchio e nonostante le cure amorevoli mie e della padrona pian piano si è spento.
Il giorno della sua dipartita ero su un treno: ero ospite al Modena Nerd per parlare di un progetto, Videoludica (che al momento è in stato di Hiatus) ed ero molto felice, se non fosse stato per quella chiamata.
Con Baruc ci ho lavorato molto per costruire un rapporto di fiducia: era un cane preso dal canile e già traumatizzato da esperienze terribili con gli esseri umani.
All’inizio non rispondeva ai miei richiami, provava a scappare, era aggressivo con gli altri cani.
Piano piano, con pazienza e un po’ di polso fermo (che non vuol dire maltrattare il cane o utilizzare metodi coercitivi, solo essere coerenti e solidi sulle proprie decisioni) il cane ha iniziato a fidarsi di me: prima di arrivare a questo punto erano passati ben 4 anni da quando lo portavo a spasso e ben 8 da quando la signora lo aveva accolto in casa.
Gli Animali e i (video)giochi
Non ho avuto un animale domestico prima dei 24 anni: è lì che insieme a mia madre e Debora, decidemmo di prendere un Golden retriever, Roy.
Lo amavamo alla follia, ed era il mio orgoglio.
Fare per 8 anni il dog sitter mi aveva portato a studiare da me qualche manuale di educazione cinofila e Roy era una spugna: era empatico ed era incredibilmente intelligente.
Ma a 2 anni e mezzo un tumore alle ghiandole lo ha stroncato in 3 giorni.
Non c'è stato verso di salvarlo.
Roy era un compagno di avventura incredibile, era un po' il mio Blob ed era un partner formidabile anche mentre giocavo ai videogiochi.
Amava stare seduto vicino a me a guardare Uncharted 4.
Non ho ancora capito perché quel gioco lo appassionava tanto quanto i video di altri cani su YouTube.
Ma stava lì e guardava Nathan Drake arrampicarsi, per poi "ruggire" quando cadeva.
Abbiamo giocato insieme a Persona 5, ma lui non era particolarmente interessato al gioco se non quando spuntava Morgana: amava molto i suoi pupazzetti e immagino che gli piacesse proprio per quello (e perché ogni tanto miagolava)
I cani stando a stretto contatto con noi si sono adattati, e hanno sviluppato un incredibile empatia.
Ma non penso che fosse interessato solo perché riconosceva in Nathan una figura umana, ma anche perché essendo un mammifero, capiva l'importanza del gioco e in qualche modo volesse interagire con lui per ottenere una ricompensa da me.
Giocare infatti, non è una prerogativa soltanto umana: se ci pensate bene, ogni mammifero gioca per imparare a vivere.
Per esempio, il tirare una palla per poi prenderla non è altro che un esercizio di caccia in un sistema controllato (delimitato da delle regole accettate da tutte le parti in gioco. Insomma: si ritorna al cerchio magico dell'altra settimana) e dunque è un po' comune a tutti i mammiferi esistenti, ovviamente con modalità e regole diverse.
Data la grande empatia dei cani e la loro voglia di giocare, una startup di nome Joypaw dal 2022 sta ideando una sorta di console per cani.
Questa macchina ha uno schermo HD touchscreen con altezza regolabile, una telecamera e un dispensatore di biscottini.
Ovviamente, non pensare che le loro esperienze videoludiche siano assimilabili alle nostre: per i nostri fidi compagni si tratta di stimolare il comparto visivo con delle funzioni piuttosto primitive che lo stimolano a effettuare un certo tipo di azioni.
Per esempio, grazie a un video che a ripetizione mostra un uomo chiedergli la zampa(con tanto di comparto sonoro), se il cane performa l'azione giusta , la telecamera registrerà la sua azione, verrà processata e in cambio riceverà un biscottino.
È un esperimento interessante e che dovrebbe far riflettere di quanto il livello di affinità tra essere umano e animale di compagnia sia sviluppato al punto da far provare interesse per dei giochi virtuali: al solito, vi lascio un paio di link per approfondire la questione.
https://www.axios.com/2022/11/28/dogs-video-games-joipaw
https://joipaw.com/
https://www.digitaltrends.com/cool-tech/dog-tablet-games/
https://www.pcworld.com/article/451933/seven-apps-for-playful-cats.html
Da quando ho avuto il piacere di condividere una breve fetta della mia vita con Roy, ho sempre cercato di studiare i comportamenti animali per comprenderli il più possibile.
Coi cani ho una discreta affinità, ora chissà se riuscirò a capire anche il gatto che mia madre ha deciso di adottare.
Una delle cose che racconto più spesso è stato quanto è stato emotivamente devastante dover recensire The Last Guardian mentre stava morendo il mio cane (e soprattutto come cazzo sia idiota la pretesa di rimanere freddi e "oggettivi", specie davanti a queste situazioni). Bellissima uscita questa qua, chi non la legge è stronzə