Appunti di viaggio: Like a Dragon - Infinite Wealth
Giovedì è uscito l'ottavo capitolo di Ryu Ga Gotoku. L'ho appena iniziato, ma c'è tanta carne al fuoco da analizzare
Se c’è una saga che amo alla follia e che a mia discolpa ho scoperto un po’ tardi, è proprio quella di Yakuza o meglio, Like a Dragon che il 25 Gennaio 2024 è giunta all’ottavo capitolo.
Un traguardo enorme: pensare che nel 2016, quando mi iniziai ad approcciare alla serie, era tutto un casino.
Non tutti i giochi di Yakuza arrivavano in occidente e soprattutto arrivavano con tempistiche degne di Playstation 2.
Era un modo di fare bizzarro, ma probabilmente anche dovuto a delle vendite non eccellenti in occidente, fino all’uscita di Yakuza 0: il titolo che cambiò un po’ le sorti della serie per quanto riguarda il mercato Europeo e Americano.
Comunque, non è della mia storia con Yakuza che vorrei parlarvi, né tantomeno fare un excursus storico sulla serie, quanto più prendermi il mio tempo, e analizzare fino in fondo il titolo.
Questo sarà un articolo con alcuni spoiler, al momento ci ho giocato un paio d’ore ma trovo necessario scriverne a fronte di alcune persone che hanno derubricato l’inizio come “lento” o poco denso di significato. In realtà è l’esatto opposto: Infinite Wealth ha un inizio importante e molto maturo.
Il gioco si apre con il nuovo protagonista, Kasuga Ichiban impiegato da Hello Work.
È il 2022 e tuttə trattano con rispetto la persona che ha fatto emergere corruzione in vari apparati governativi del Giappone.
La missione di Ichiban, a questo punto, è aiutare gli ex membri della Yakuza dopo lo scioglimento del clan Tojo e dell’alleanza Omi, i due più grandi Boryokudan della fantapolitica del titolo.
Gli ex criminali, fanno ovviamente fatica a trovare lavoro: nessuno vuole assumerli perché visti come poco di buono che possono soltanto rovinare l’azienda in cui entrano.
Inoltre, lo stato Giapponese mette i bastoni tra le ruote a queste persone: non possono stipulare contratti con compagnie telefoniche per il telefono, né tantomeno aprire conti in banca o accedere ai propri fondi personali.
Uno sbarramento totale, che di certo non aiuta gli ex criminali a trovare l’occasione per ripulirsi definitivamente.
Nelle prime scene di gioco, si assiste dunque alla prima critica sociale: sappiate che in giappone nel 2010 si sono presi dei provvedimenti anti-yakuza che hanno portato al rapido crollo di tutti i clan più grandi del paese: moltissimi ex criminali senza un lavoro hanno cercato di entrare nella società come onesti dipendenti, ma non ci sono riusciti.
Complice il fatto che nel curriculum deve essere scritto a chiare lettere che si è fatto parte in precedenza di società a stampo mafioso.
Questo porta a un reintegro difficile, non solo perché le aziende sono reticenti all’assunzione di queste persone, ma anche perché anche qualora riuscissero a trovare lavoro, gli ex criminali sono stati spesso soggetti a atti di Mobbing da parte dei colleghi e dai superiori.
Nel 2016, sul Nippon Shinbun è apparso un articolo che parlava di un ex yakuza, che stava faticando a integrarsi in una compagnia elettrica e che, dopo 3 anni di vessazioni da parte di colleghi, ha trovato il coraggio di tirare un pugno a un suo superiore che fomentava e commetteva mobbing per poi mollare il lavoro.
La discriminazione verso chi ha fatto parte della società malavitosa giapponese, peraltro, non riguarda solo il singolo ex-yakuza, ma anche la sua famiglia.
Una persecuzione che rende impossibile anche ai figli e alle mogli condurre una vita nel rispetto delle regole: l’ennesimo paradosso nipponico.
Non è facile ripulirsi e continuare la propria vita: il corpo di polizia di alcune città sta cercando di reintegrare queste persone cercandogli un lavoro, ma non sembra che la cosa stia funzionando in tutte le prefetture con la stessa efficacia.
La giornata di lavoro di Kasuga va avanti, ed ecco che arriva uno Yakuza che vuole a tutti i costi un lavoro, ponendosi proprio come una persona che vive ancora nel mondo del gokudo (della malavita giapponese) e non scrivendo nel curriculum le proprie esperienze criminali: Kasuga non cede alle insistenti richieste, nonostante il tentativo di corruzione del disperato.
Nel Giappone reale, un 60enne è stato arrestato e licenziato perché ha mentito su quello che era il suo passato, nonostante l’impeccabile condotta dimostrata sul luogo di lavoro.
L’ex Yakuza ha sentito dire che il commesso di Hello Work prendeva mazzette per cercare di far trovare lavoro ai criminali come lui.
Grazie a un flashback scopriamo che tutto questo non è vero: Kasuga ha accettato i soldi da un’altra persona perché quest’ultima non poteva farsi un contratto telefonico con nessuna compagnia.
E anche qui, il paragone con il reale calza: gli Ex Yakuza e gli yakuza non hanno diritto a un contratto telefonico.
Nel nostro mondo, non è difficile distinguere queste persone anche dal telefono che portano in giro: spesso e volentieri si tratta di telefoni a conchiglia abbastanza vecchi e che supportano ancora la tecnologia di trasmissione dati vetuste.
Il problema però è che il 3G è ormai al capolinea e presto gli ex yakuza si ritroveranno senza modo di comunicare con le altre persone.
La soluzione applicata da Kasuga nel mondo reale è fortemente osteggiata: ci sono casi documentati di persone che hanno fatto da prestanome per ex criminali che sono state accusate di frode.
Se Yakuza: Like a Dragon ci ha messo un pochino nel rendere evidente la critica che volevano lanciare al paese, Infinite Wealth inizia sin da subito a mettere in chiaro le cose: quella roba, in Giappone, è realtà quotidiana e lo stato deve metterci una pezza, come il buon Kasuga che sta aiutando il più possibile al reintegro delle persone nella fittizia Yokohama della prima parte del gioco.
Non voglio dilungarmi su tutta la giornata di lavoro di Kasuga, ma assistiamo in questi attimi dei momenti videoludici atipici: nonostante il gioco abbia una forma di narrazione videoludica molto standard (quella che da MGS in poi non è che si sia poi evoluta granché), assistiamo a scene di vita comune che difficilmente troviamo rappresentate in giochi di questo profilo: vediamo i personaggi che abbiamo amato e conosciuto dal gioco precedente maturare, cercare di costruirsi una nuova vita, ritrovarli tuttə insieme a brindare mi ha fatto molto piacere.
Come mi ha fatto un incredibile piacere vedere le scene successive, in cui Kasuga prende coraggio e chiede di uscire a una ragazza.
Cerco di essere più generico possibile perché vorrei saltare tutta questa parte, è un momento decisamente intenso, in cui una persona che è stata 20 anni in carcere per la prima volta cerca di approcciarsi a una ragazza: è un qualcosa di delicato, di sbagliato e anche un po’ sessista.
Che può starci, visto il vissuto dell’uomo in questione.
La cosa viene poi ovviamente sottolineata dai compagni di avventura di Kasuga una volta avvenuto il tutto.
Ma le correlazioni con la vita reale, non sono finite qui.
Dopo un time skip di un anno, vediamo che la sua fiamma non ha più risposto dopo la sua dichiarazione.
Ma ecco il colpo di scena: Kasuga perde il lavoro. La causa? Dei video che circolano in rete, montati ad arte e strumentalizzati che denotano un certo grado di corruzione del protagonista che addirittura sprona le persone che cercano lavoro da HelloWork a delinquere per creare un racket di compravendita di merce rubata.
Ora, non penso debba dirvi io cosa sta criticando il gioco in questo momento: non c’è bisogno di un filtro o di fact checkare questo avvenimento: abbiamo sotto gli occhi un caso di cronaca italiana fresco fresco, dove una donna si è tolta la vita perché non riusciva a sopportare la pressione dei commenti su internet.
Sassaiole create da influencer e giornalisti che hanno messo alla berlina una commerciante che sicuramente ha sbagliato, ma che di certo non si meritava un processo pubblico con impiccagione, nonostante le parole orrende scritte in quella falsa recensione.
Ed eccoci insomma… Sono arrivato fin qui. Sinceramente continuerò e penso che continuerò a aggiornarvi.
Non prendetela come una recensione in progress, ma come un elaborato riguardo ai miei momenti di gioco, una sorta di report del viaggio di Ichiban e Kiryu nel Giappone e alle Hawaii.
Comunque, eccovi le fonti da cui ho attinto per scrivere il pezzo:
Hirosue Noburo - No Way Out: The Dilemma of Japan’s Ex-Yakuza, 5 Gennaio 2018
Asahi Shimbun - For former yakuza, the real hustle starts once they leave, 27 Dicembre 2022
Michelle Ye Hee Lee e Julia Mio Inuma - Life after the yakuza: Struggling for a normal life, 24 Ottobre 2021
Ringrazio al solito quell’amore di Pietro Riparbelli che mi segnala tutti gli errori che faccio.