Sonic Superstars: una recensione ONESTAH!
Settimana di fuoco per il mondo dei videogiochi: tra Spiderman 2, Sonic Superstar, Super Mario Wonders e PSM ce n'è per tutti i gusti!
Che settimana di fuoco per i videogiochi! Tra uno Spiderman 2 per PS5, Sonic Superstars e Super Mario Wonder ne sono usciti giochi belli: tra i tre ce n'è uno che ‘nsomma, bello bello proprio non è. Ma ci torneremo sopra con più calma.
Non solo sono usciti dei bei videogames sta settimana, ma è tornata in edicola PSM: so bene che ne abbiamo già parlato, ma visti alcuni post sui social network di chi ha collaborato con la rivista… beh, c'è da prendere una posizione.
Purtroppo questo ritorno non è la PSM che volevo, non me ne vogliano né Sprea né i redattori, ma mi è bastato leggere una delle recensioni delle nuove leve per capire che il prodotto non fa per me.
Come se questo non bastasse, sembra che il tone of voice adottato sia funzionale per attirare un certo tipo di pubblico e che personalmente a me fa venire l'orticaria: su Facebook alcuni hanno anche scritto che c'è un favoritismo verso a fare lavorare le tettone nei videogiochi.
Che boh, sinceramente mi pare siano 3 le ragazze che scrivono di videogames in Italia, ma insomma già da questo modo di fare si capisce a quale pubblico si rivolge la rivista.
Sicuramente non sono io né tantomeno chi mi segue.
Lo so che parlare di questa rivista ha come effetto collaterale di fargli pubblicità però… non riesco a tacere.
Mi spiace, ma collaborare con la vecchia PSM (quella di Future, non quella playpress) era uno dei miei sogni da ragazzino e vedere un revamp quasi alt-right nel 2023 mi fa un po' incazzare, al di là del fatto che sia comunque un progetto a dir poco anacronistico.
Il mondo si è evoluto e non c'è più spazio per un certo tipo di contenuto, in particolar modo portato avanti in quel modo: se devo pagare 10 euro in edicola per leggere una recensione, come minimo pretendo un uso della lingua italiana e della scrittura creativa consapevole.
Quando compravo NRU e leggevo un articolo di Bisboch o di Zave imparavo molto, mentre per quel che ho letto nella nuova versione, le recensioni non erano assolutamente all'altezza (in particolare una, che non menzionerò direttamente perché non voglio causare shitstorm, ma forse capirete).
Non tutto il male vien per nuocere, perché la recensione di cui vi parlavo sopra (ricca di parentesi e frasette per allungare il brodo, oppure per far vedere che il recensore ne sa, tralasciando il fatto che sia scritta coi piedi) mi ha convinto e spronato a cercare di capire cosa non andasse in quell'articolo e di provarne a scrivere uno simile, un po' per esercizio e un po' perché penso che le recensioni, se incensate come oggettive e soprattutto oneste non servano a nulla: se si parla di un prodotto secondo il proprio filtro e background culturale non si può essere oggettivi e senza l'oggettività anche l'onestà può essere relativa.
Anche perché dovremo domandarci prima verso chi deve essere onesta la recensione: verso l'autore? Verso la compagnia che fornisce il codice? Verso il pubblico che legge? Tutto diventa così dannatamente poco chiaro che mi ha dato un'idea.
Perché, di tanto in tanto non parlare dei videogiochi nuovi sotto il mio punto di vista?
Se vi piace come format potrei azzardare anche a coinvolgere persone mostruosamente brave a disegnare (ciao Maraichux sto parlando di te)

Per giudicare un titolo anche se sotto la mia personalissima lente, c’è bisogno di elencare alcuni criteri: non tanto per me, ma per far capire alle persone da cosa sia composto il mio personalissimo e soggettivo giudizio.
Il periodo della vita in cui si gioca a un titolo è dannatamente importante: se sto nervoso o incazzato per qualcosa potrei essere molto più acido nel giudicare se un’esperienza mi stia piacendo o meno. Se riesce a placare la mia ira per me diventa istantaneamente un tesoro da proteggere, al pari della pizza patrimonio dell’unesco per i Napoletani.
Il quantitativo di ore di gioco sul prodotto è del tutto irrilevante: se un gioco non mi piace, non mi piace. Statece, non ci perdo tempo.
La vita è una, i giochi sono tanti e non devo per forza rovinarmi delle ore di svago perché devo giudicare un gioco che non mi sta piacendo.Le mie esperienze, conoscenze e ignoranza contano più di tutto il resto nel giudizio: non mi piace il calcio, è difficile che possa apprezzare Fifa o come si chiama ora il gioco EA.
Non mi interessa essere imparziale o oggettivo: è la mia esperienza filtrata attraverso quello che è il mio bagaglio culturale. Se pensate possa interessarvi un mio punto di vista per farvi capire come vedo certe cose, ben venga.
Non mi interessa se la mia opinione sul gioco possa apparire superficiale perché non ho finito gioco x.
Non voglio essere intoccabile, il mio è un parere da videogiocatore che ha studiato da solo come si costruisce un videogioco: potrei pure dire delle cazzate enormi, in realtà. Siete liberi di non rispettare i miei pensieri e di commentare con le vostre impressioni sul titolo: non sono né un censore né un santo. Posso sbagliarmi e posso giudicare male.
Messe subito le cose in chiaro, è arrivato il momento di procedere con la Pacensione
Sonic Superstars: un antistress post lavorativo?
Immaginatevi di tornare a casa dal lavoro stanchi, col cervello saturo di pensieri inerenti a PC, documenti da inviare, gente da contattare e tutta quella merda che ci portiamo appresso che andrà direttamente a impilarsi dentro il nostro serbatoio di stress.
Non avete voglia di far nulla, se non stendervi nel letto e giocare: non volete una di quelle esperienze complicate, da elaborare mentalmente, solo mettervi lì, di fronte a dei colori vivaci e sparaflashanti a cercare di seminare quelli che erano i pensieri della vostra vita lavorativia.
Sonic Superstars potrebbe essere il gioco che fa per voi.
Perlomeno nella prima metà.
Il porcospino blu, nell'ultima iterazione della sua saga fatta di alta e bassi, torna alle origini, proponendo un gameplay che parla dritto dritto al mio cuore, facendomi tornare il bambino che ero di fronte al primo Sonic.
Di acqua sotto i ponti, da quando è uscito il primo capitolo del platform di Yuji Naka ne è passata molta, e la storica saga di Sega, non se l'è sempre vista bella: i Sonic in 3D hanno sempre faticato a ritagliarsi lo spazio che i capitoli in 2D si sono ritagliati sul Megadrive.
Erano periodi turbolenti quelli dei primi Sonic tridimensionali, con un Dreamcast che non ha mai ingranato e dei capitoli successivi su Playstation 2 e Gamecube fatti con quel poco di budget che Sega poteva dedicare al progetto.
Ma anche dopo, quando il colosso delle sale giochi giapponesi sembrava essersi ripreso dall'acqua alla gola, divenendo un publisher e sviluppatore per console terze, non è che poi in 3D la saga abbia avuto degli splendidi capitoli.
I più belli, infatti rimangono quelli bidimensionali e Sonic Superstars ne dovrebbe raccogliere l'eredità.
Dopo un brillantissimo Sonic Mania, che ci riportava alla pixel art di un tempo, lo stile di questo Superstars sembra fare il verso a un' estestica simile a quella di Generations: il 3D funziona e tutti i personaggi giocabili hanno delle animazioni molto dettagliate, che contribuiscono al carisma delle piccole mascotte.
Il level design di Sonic Superstars pesca a piene mani nella formula classica dei suoi titoli 2D, portandoci indietro ai primi 3 capitoli: proprio come se Sonic Mania fosse stato cancellato con un colpo di spugna.
Il pacing dei livelli ricorda da molto vicino quanto visto del primo titolo su Megadrive: primi livelli rapidissimi in cui non ci si ferma quasi mai, per poi rallentare nelle zone successive.
Più di una volta mi sono trovato a gestire l'inerzia di Sonic per saltare in maniera precisa su delle piattaforme che si muovevano.
Non penso che questo sia propriamente un male, anzi, da la possibilità al gioco di spezzare il ritmo a rotta di collo delle corse di Sonic per dare un minimo di spazio a un platforming più canonico.
Questo è evidente per la costruzione dei livelli, ma ci si può far caso anche per i tempi di completamento delle zone decisamente più lunghi del passato.
Sonic Superstars arriva però con 10 anni di ritardo: il gioco infatti cerca di replicare il funzionamento dei New Super Mario Bros. introducendo una feature multiplayer che non è delle migliori, specialmente su PC: non accetterò mai il fatto di averlo comprato su Steam e dovermi comunque connettere su Epic Game Store per usufruire delle feautres online, causando un po' di rogne su Steam Deck, piattaforma in cui ho giocato il titolo.
Tuttavia, l'implementazione di una modalità multigiocatore ha fatto sì che tornassero vari personaggi che danno la possibilità di affrontare i livelli in modi differenti da come farebbe Sonic: è sempre bello tornare sui livelli e apprezzare come le caratteristiche di ogni personaggio si possano effettivamente applicare per superare gli ostacoli.
I Chaos Emerald non sono dei semplici collezionabili da prendere per finire il gioco al 100%, ma anzi servono anche per sbloccare dei powerup che ci faciliteranno il gioco o ci aiuteranno a raggiungere anelli e altri oggetti che non potremo raggiungere senza questi poteri: una bell'idea che però non si mescola bene con la struttura dei livelli e non regala quel pizzico di ragionamento in più che avrebbe migliorato il level design rendendo un piacere sperimentare con i nuovi strumenti a disposizione di Sonic e soci.

Se fossero soltanto quelli i problemi, saremo a cavallo.
Come un bagno serale d'estate può rovinarti la notte grazie a una gocciolina che continua a infrangersi sulla vasca, Sonic ti rovina l'esperienza con un level design che a volte non ha semplicemente senso se non per far inalberare il giocatore.
Dopo i primi bellissimi cinque mondi, il gioco continua stregandoti con gli occhi, ma facendoti bestemmiare in aramaico antico.
Il gioco in alcune sezioni conquista la tua fiducia facendoti vedere che sotto a quel pavimento cedevole c'è sempre qualcosa di interessante.
Pochi metri più avanti, sotto alla stesso esatto tipo di hazard si fa game over.
E io, giocatore stanco dopo una giornata di lavoro frenetica mi incazzo, perché prima mi dici cosa devo fare, poi poco dopo mi dici che sbaglio a fare come mi hai appena insegnato.
Un altra cosa che trovo difficile da digerire è la gestione delle sezioni in cui c'è uno scorrimento forzato verso una direzione dello schermo.
In questo caso i level designer hanno deciso di punire il giocatore senza alcuna ragione mettendo degli ostacoli con timing folli proprio vicinissimo ai bordi del livello: unite questo con la costante velocità del porcospino più famoso dei videogiochi e incazzatevi anche voi con me.
Sono alla seconda zona dell'ottavo mondo di undici e mi sono ampiamente rotto il cazzo di questi stratagemmi per costringermi a perdere perché così il gioco dura di più.

Voglio un gioco con cui potermi rilassare nel dopolavoro, non per farmi venire delle ulcere per delle trappole messe in maniera disonesta su un gioco che ho pagato di mia tasca perché mi andava di giocare.
Non lo accetto.
Valutate voi se prenderlo, perché all'inizio sembra qualcosa di molto carino e sfizioso, poi scende nell'inferno dei giochi sadici brutti.
Quelli che ti vogliono fare male senza nessun preciso motivo se non quello di volerti bastonare perché i tuoi denti devono volare.
E pensate un po': avete pure pagato per farvi prendere a ceffoni sul viso.
Menomale che è uscito Super Mario Wonder che sono due giorni che mi sta meravigliando alla grande.
Magari tra 10 anni ci arriverà pure sega a fare un gioco 2D come il nuovo titolo dell'idraulico baffuto, chissà: sarà forse troppo tardi?
Voto per recensioni 100% soggettive di Pacione ( Mario Wonder?). Spero tu riesca a gestire il punto 1, ma vado in fiducia.